Trattamenti ortodontici bambini 6-11 anni

A questa età vengono trattati i bambini che presentano una malocclusione che ha l’indicazione al trattamento precoce. Si parla di  trattamento ortodontico intercettivo, cosiddetto perchè intercetta precocemente, risolvendole, quelle alterazioni che si ripercuotono negativamente sulla permuta e sullo sviluppo dei mascellari.

Il trattamento dura generalmente circa 12-15 mesi, durante i quali non necessariamente si esegue l’allineamento della dentatura permanente, perchè non è ancora tutta presente in arcata. Pertanto il bambino dopo questa prima fase intercettiva, viene tenuto sotto controllo e monitorato nella crescita e nella permuta fino all’età adolescenziale. In quest’ultima fase di crescita dei ragazzi c’è la  possibilità di eseguire una seconda fase di trattamento ortodontico di rifinitura per allineare l’intera dentatura.

  • Anomalie nella crescita dei denti

    Si possono avere ritardi nell’eruzione sia dei denti da latte che dei permanenti. In alcuni casi si può avere la mancanza di alcuni elementi dentari (agenesie), o anomalie di posizione (posizione ectopica, trasposizioni, denti inclusi) o di numero (soprannumerari).

    Una RX Panoramica eseguita già a questa età permette di eliminare eventuali dubbi e intercettare precocemente determinate situazioni in cui il trattamento precoce è fondamentale al buon esito della situazione.

  • Palato Stretto

    Il palato stretto rappresenta una delle malocclusioni più frequenti ed è la conseguenza di una crescita deficitaria in senso trasversale del mascellare che compare quando le forze dei muscoli facciali prevalgono su quelle esercitate dalla lingua.

    Spesso il palato stretto è associato a difficoltà di respirazione nasale, che influisce sullo sviluppo psico-fisico del bambino, e ad un alterata posizione della lingua con possibilità che si instauri una deglutizione atipica e una respirazione orale.

    C’è l’indicazione ad intervenire il prima possibile in quanto può provocare una deviazione mandibolare funzionale (laterodeviazione) con alterazione dei parametri di crescita e comparsa nel tempo di una asimmetria scheletrica (laterognazia).

  • Denti affollati

    Si parla di denti affollati quando si manifesta la condizione (frequente) nella quale nelle arcate non c’è tutto lo spazio necessario affinchè i denti si dispongano in modo da essere ben allineati (denti storti).

    Le conseguenze dei denti affollati, oltre ai fattori estetici e funzionali, sono anche una maggiore suscettibilità alla carie, al deposito di placca batterica e tartaro e alla malattia parodontale. Si presenta per una discrepanza tra la dimensione dei denti (spazio necessario) e la dimensione delle arcate (spazio disponibile).

  • Denti sporgenti – II Classe

    La malocclusione denti sporgenti è clinicamente caratterizzata da una aumento della distanza tra gli incisivi superiori e inferiori (overjet aumentato) o per una discrepanza tra le basi ossee apicali o per movimento in avanti dell’arcata dentale superiore, o per una combinazione di fattori dentali e scheletrici.

    Le II° Classi non sono entità omogenee e devono essere valutate sagittalmente, verticalmente, e trasversalmente. Data la molteplicità degli aspetti che le caratterizzano, esistono differenti approcci terapeutici in base alla gravità della malocclusione di II classe.

  • Morso aperto

    Il morso aperto è una malocclusione tra le due arcate dentarie caratterizzata dal mancato contatto tra i denti. Raramente coinvolge i settori posteriori delle arcate, più frequentemente sono gli elementi dentari anteriori che non hanno un contatto tra di loro per cui si crea una beanza anteriore in cui generalmente si infila la lingua nell’atto della deglutizione. Al morso aperto anteriore quindi sono generalmente associati:

    • palato stretto
    • deglutizione atipica
    • respirazione orale

    Le cause del morso aperto possono essere:

    • eredità scheletriche
    • suzione prolungata del dito o del ciuccio

    o più frequentemente entrambe.

  • Sorriso gengivale

    Idealmente con il sorriso viene esposta, oltre all’incisivo superiore, una quantità di gengiva che non supera i 2 mm. Quando questa esposizione è maggiore di 2 mm si parla di sorriso gengivale o gummy smile e può essere anteriore o dei settori laterali della bocca.

  • Morso inverso anteriore – III Classe

    Clinicamente il morso inverso anteriore è una malocclusione che si manifesta con la presenza di uno o più elementi dentari dell’arcata superiore che chiudono all’interno rispetto ai denti dell’arcata inferiore, la comunemente detta “masticazione contraria”.

    Si tratta in realtà di una discrepanza scheletrica spesso tridimensionale dei mascellari, caratterizzata generalmente da iposviluppo della maxilla e/o sviluppo in eccesso della mandibola.

    Può prevalere un fattore rispetto all’altro o possono essere presenti entrambi come risultato di una complessa interazione tra fattori genetici ed ambientali. L‘influenza ereditaria (familiarità) è particolarmente rilevante per le problematiche mandibolari e per la verticalità, a cui spesso sono associate anche delle asimmetrie mandibolari.

  • Anomalie dei frenuli

    Il frenulo è una plica mucosa che congiunge due parti tra loro. Nel cavo orale abbiamo i frenuli vestibolari, il frenulo labiale mediano, il frenulo linguale. Le anomalie dei frenuli che portano a indicazioni all’intervento di rimozione del frenulo labiale mediano, frenulectomia, sono:

    • tipo di inserzione ed ampiezza
    • ingombro estetico
    • gengiva aderente inadeguata
    • papilla piatta con frenulo inserito vicino al margine
    • azione meccanica sul margine gengivale e/o recessione gengivale
    • (pull syndrome, sbiancamento per trazione del labbro)
    • motivazioni parodontali (accumulo di placca, ostacolo all’igiene)
    • prevenzione della recidiva del diastema interincisivo

    Il frenulo linguale unisce la parte sottostante della lingua al pavimento della cavità orale. Lo si può osservare sollevando la lingua. Se è corto ci sono le indicazioni per la frenulectomia in quanto può limitare la mobilità della lingua e complicare alcune attività della vita quotidiana (linguaggio, masticazione) oltre che condizionare un iposviluppo del mascellare superiore.